Una storia incalzante, un mistero che si percepisce già dal sottotitolo e che permea il romanzo sino all'ultima pagina. Dietro le quinte di un intreccio ben architettato, Fabrizio Ducceschi dà vita a un romanzo-denuncia, un’opera che non si tira indietro nel descrivere nel dettaglio un sostrato tanto presente quanto orribile della nostra società. Ogni pagina lancia una sfida, e chi legge non avrà respiro fino a quando non riuscirà a sciogliere l'intricato nodo attorno al quale ruota l'intera vicenda.
Fabrizio Ducceschi nasce nel 1967 a Pietrasanta, da oltre trent’anni lavora autonomamente nel settore elettrico/elettronico,
la passione per il cinema e la grande esperienza per i viaggi hanno generato, complice la sua fantasia, la sua prima opera
letteraria, identificando nel suo romanzo il forte concetto di amore tra padre e figli tramandato dai suoi genitori.
Non vuole definirsi uno scrittore e non ha la presunzione di esserlo, perché le sue parole in merito sono state chiare:
Per essere scrittore devi vedere bene dentro una stanza colma di vapore, ma io purtroppo porto gli occhiali
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