Un libro di una donna per le donne e per tutti coloro che, oltre ad amarle, ne conoscono il valore e la bellezza. La sofferenza per la mancata maternità, vissuta costantemente come un lutto permanente e doloroso, le problematiche presenti nella vita di coppia, generate dalla diversità di prospettive, la violenza nelle sue forme più cruente e impietose destinata a chi bisognerebbe proteggere e amare, la gioia, la letizia, l’amore, l’amicizia, capaci nella loro massima intensità di ridisegnare il percorso di vita destinato a riportare l’ordine lì dove prima regnava lo sconcerto, sono gli elementi di questo romanzo che arriva dritto al cuore con la forza e l’efficacia di chi sa raccontare, di chi sa manovrare la propria storia per raggiungere il proprio obiettivo: lanciare un messaggio importante.
Amalia Capasso è nata a Napoli, dove vive attualmente con suo marito Roberto. Laureata in Giurisprudenza e in Scienze politiche con il massimo dei voti, già tutor universitario in materie giuridiche dal 1998 al 2007, attualmente è docente di ruolo nella scuola secondaria di secondo grado. Insegna diritto ed economia politica. La promessa di Zaira è il suo primo romanzo.
Nella copertina le due barche disegnate in modo tale da incontrarsi, rappresentano le storie di due donne, Angelica e Veronica, destinate ad unire in modo sorprendente quanto significativo le loro vite, inizialmente estranee e completamente distanti. Per quanto concerne il titolo, la scelta del nome Zaira nel suo significare “fiore che sboccia”, nasce dal desiderio di comunicare un messaggio di speranza a tutti coloro che trovandosi ad affrontare eventi nefasti, difficoltà improvvise e repentine, riescano sempre a rialzarsi per non perdere mai la propria strada. I colori scelti, tenui ma intensi nel loro insieme, testimoniano la forza che unirà le protagoniste, la determinazione che spingerà entrambe ad affrontare la propria sorte con fermezza e perseveranza.
Quando e come nasce 'La promessa di Zaira'?Sin da ragazza ho sempre pensato che sarei stata mamma, che avrei conosciuto l'uomo della mia vita e con lui avrei creato la mia famiglia, proprio per questo quando la mia situazione lavorativa è diventata stabile e soprattutto quando ho compreso che mio marito era tutto ciò che stavo aspettando, mi è parsa la cosa più naturale del mondo sposarmi e avere figli. Eppure come accade spesso a chi crede che il male riguarderà sempre le vite degli altri, dopo diversi anni di matrimonio e di terapie tenaci come il mio desiderio di maternità, ho compreso che le mie aspettative non si sarebbero mai realizzate. Sono seguiti anni di agitazione, di angoscia, di rabbia, ma proprio quando la rassegnazione stava per trascinarmi con sé nel baratro della depressione, ho ritrovato la forza di rialzarmi e abbandonarmi a tutte le cose liete che già avevo, ma che accecata dal dolore non riuscivo a vedere. L'impegno sociale mi ha svelato un mondo nuovo, e con esso la gioia immensa che la dedizione verso chi tende la mano, può donare, in un reciproco scambio di solidarietà e affetto.